Il Mugnaio, suo Figlio e l’Asino, una celebre favola di Jean de la Fontaine sul fatto che la gente, comunque viviamo la nostra vita, ha spesso da ridire, tanto vale quindi viverla intensamente come riteniamo più opportuno.
C’era una volta un vecchio mugnaio, padre d’un figlioletto sui quindici anni o giù di lì.
Essi un giorno decisero di andare al mercato a vendere un loro somarello, e perché fosse fresco e si potesse vendere a prezzo più alto, decisero di portarlo legato ad un’asta, come si fa con gli agnelli. La gente che incontravano rideva di quella scena: “Oh che cosa buffa! Due uomini che portano un asino! Dei tre la più gran bestia non è quella che sembra”.
Il vecchio, persuaso dal dire di quei passanti, drizza la bestia in piedi e se la caccia avanti. Monta il fanciullo sull’asino e vanno oltre un pezzetto, quand’ecco tre mercanti gridare con dispetto: “È bello che tu vada sull’asino e che al passo cammini un vecchierello?”.
Il mugnaio allora fa scendere il ragazzo, monta al suo posto, e avanti. Quand’ecco tre ragazze dire: “Che padre snaturato! Lui in groppa all’asino ed il figlio a piedi nella polvere!”.
Il mugnaio allora fa salire in groppa all’asino anche il figlio, ma non passa molto che altri passanti dicono: “Ma si può! Devono venderlo o accopparlo quell’asino? Se dura un po’, dell’asino non resterà che il cuoio…”.
Allora padre e figlio smontano dalla sella entrambi e lasciano l’asino camminare da solo liberamente. Ma i commenti dei passanti non mancano: “Oh che cosa stravagante, due uomini che vanno a piedi e e un asino che va in carrozza! Oh che bel terzetto d’asini!”.
Allora disse il mugnaio: “Asino son io che do retta alla gente. Ma d’ora in poi farò di testa mia!”.
Giunsero al mercato e vendettero l’asino ad un buon prezzo.
(di Jean de La Fontaine)