Il matrimonio è un brano tratto dal capolavoro del poeta libanese Khalil Gibran, il romanzo “Il Profeta”.
Voi siete nati insieme e insieme starete per sempre.
Ma vi sia spazio nella vostra unione. E tra voi danzino i venti dei cieli.
Amatevi reciprocamente, ma non fatene una prigione d’amore. Piuttosto vi sia un moto di mare tra le sponde delle vostre anime. Riempitevi a vicenda le coppe, ma non bevete da un’unica coppa.
Datevi sostentamento reciproco, ma non mangiate della stessa pagnotta. Cantate e danzate insieme e siate gioiosi, ma ognuno di voi sia solo, come sole sono le corde del liuto, nonostante vibrino della stessa musica.
Donatevi il cuore, ma l’uno non sia di rifugio all’altro.
Perché soltanto la mano della vita può contenere i vostri cuori.
E state insieme, ma non troppo vicini: perché le colonne del tempio sono distanziate, e la quercia e il cipresso non crescono l’una all’ombra dell’altro.
(da: “The Prophet” di Khalil Gibran – Knopf – traduzione dall’inglese di G. Carro © 2005)